I giovani e i social network

 

I social network oggi sono le grandi reti online che permettono a milioni di utenti di comunicare e condividere contenuti (video, foto, messaggi, etc.), in continua evoluzione e crescita. In mezzo a tanti nominativi registrati non mancano credenti di ogni età, in cerca di dialogo, legittimo svago o di utili occasioni per testimoniare della fede di Cristo. “Non tutto è oro quel che luccica però”, esistono risvolti negativi nell’utilizzo di questo moderno metodo di condivisione che è meglio precisare affinché non si rimanga intrappolati nella “rete” informatica.

1. Problemi di dipendenza: Prima di tutto vi è la possibilità che si diventi dipendenti dei social. Infatti gli studiosi hanno aggiunto questa alle “dipendenze senza sostante assunte” come “disturbo da abuso telematico”, caratterizzato da fattori come la ricerca ossessiva di notizie, l’incapacità di distaccarsi dai videogiochi, la creazione d’identità fittizie, di vite parallele a quelle reali. Il pericolo è che si incorra in sintomi psicofisici come isolamento, nervosismo, problemi di vista, insonnia, per problemi mnemonici, perdita della realtà etc. La solitudine è un problema che affligge molti giovani, che trovano il modo di uscirne attraverso i social, incorrendo in influenze negative che penetrano nella mente e nel cuore dei giovani, trascurando così la propria vita sociale e spirituale, togliendo tempo nelle relazioni interpersonali ma soprattutto con il Signore. Dove si lanciano quindi i propri SOS? Dove si sfogano i propri sentimenti? Sbandierando tutto a mezzo mondo oppure la presentiamo al Signore? Noi sappiamo che nei momenti di avversità possiamo aprirci completamente al Signore Gesù, sperimentando meravigliose benedizioni celesti e consolazioni divine. Guardare dal farsi assoggettare alla tecnologia è il primo importante punto di partenza (1 Cor.6:12; 10:23).

2. Cadere nella rete: Essere al centro dell’attenzione, poter sempre dire qual che si vuole, sentirsi approvati, tutto rimanendo dietro ad uno schermo. Il social è solo un mezzo per potersi metter in contatto più facilmente, non può di certo sostituire la vita reale quella fatta di vere emozioni ed esperienze. Pur di piacere agli altri si perde la propria privacy, postando foto e video della propria vita solo per il piacere di ricevere il maggior numero di mi piace. Tra folle anonime in cui l’individuo ama sentirsi considerato, Internet pare offrire a tutti quella visibilità che tanto impera nelle nostre società. Comportandoci così a mano a mano abbandoneremo i sani principi di modestia, onestà e pudore cristiani. Nei social network, si crea talvolta per una forma di condizionamento emotivo, un abbassamento della soglia di lucidità e dei freni morali. Per degli inconsci meccanismi “disinibitori”, questo porterebbe una persona timida, liberata dai condizionamenti diretti dello sguardo, diventando estremamente sfrontata.

3. Non cadiamo nel vortice mondano: Il contagio dell’eccesso può avvenire anche quando si trattano le verità sacre della Bibbia. Qualunque metodo che volendo attirare ad ogni costo le persone all’evangelo, finisce per falsificarne il messaggio, è sbagliato ( Efesini 5:7-11; 6:19,20). Alle volte il semplice verso o il messaggio non basta per evangelizzare. Ci si perde in cose vane e superficiali, alle volte polemizzando, finendo cosi nel non centrando lo scopo del Vangelo. Bisogna riflettere su cosa si vuole fare e su cosa si fa in realtà perché annunziare la Verità è una responsabilità Solo la guida del Signore può aiutarci nell’utilizzo di questo strumento per portare persone a Lui.

Conclusioni In un mondo tanto confuso e controverso, Dio ci chiama a vivere una vita di coerenza in ogni aspetto della nostra vita e ad essere esempi ( I Tessalonicesi 5:5; I Corinzi 10: 31-33). Nella vasta rete internet la chiamata di Gesù rimane la stessa. A quanti attorno a noi non hanno ancora conosciuto Cristo dobbiamo portare con amore e saggezza il messaggio di Gesù e dimostrare, sia all’interno sia all’esterno di Internet, una vita realmente consacrata a Dio. Lavoro a cura dei giovani della comunità

 



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